Leggendo "La Corsia nr. 6" di Anton Čechov, ho sentito in maniera prepotente il bisogno di tradurre in immagini quel che provavo.
Immagini per me innaturali, opache, mute, dolorose, claustrofobiche... quei muri invalicabili, come scatole, come abiti costruiti su misura, con la paura che fa da fondamenta e velo.
E così il “diverso” è rimosso, messo a tacere. Senza lasciare traccia scompare.
Come provocare una “crepa”, l’ombra che cerca ancora la luce?
Per quelli che come me amano i racconti di Anton Čechov, ed in particolare questo racconto ossia "La Corsia nr. 6", propongo questa mia personale interpretazione illustrata rappresentata nel libro "L'ombra che cercava la sua luce", disponibile su Apple Books. http://books.apple.com/it/book/id1507680432
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