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Arte tessile su joomchi

 

Joomchi è un antico metodo coreano di manipolazione della carta di gelso (mulberry paper, ottenuta dalla corteccia della pianta) che attraverso la lavorazione con le mani e l’acqua si trasforma: una metamorfosi che da vita a nuovi colori e nuove trame. I sottili strati di carta sovrapposti, gradualmente umidificati con acqua e delicatamente a lungo spremuti e impastati, determinano l’intrecciarsi delle fibre, creando una nuova entità-foglio resistente e unica.

Inizialmente considerata una tecnica artigianale ha saputo conquistare il suo posto nell’arte. Artisti contemporanei, attratti da questa tecnica, hanno scoperto che il Joomchi interagisce con la pittura, il collage, la fiber art, il libro d’artista; come pure può inglobare il disegno, la calligrafia,  cucitura e tintura.  Il risultato è un’arte unica su carta. 

(referenze: Joomchi & Beyond dell’artista di livello internazionale Jiyoung Chung). La signora Chung, con il suo innovativo metodo di lavorazione della carta, del fare joomchi, ha stabilito un ponte tra la tradizione e l’arte contemporanea. Nel 2005 ha introdotto questa tecnica negli US e in Europa nel 2008 attraverso workshops e mostre. 

Ispirata dalla nuova texture ecco che affiorano immagini, ricordi, sensazioni. A volte è un flash della memoria che mi indirizza verso un soggetto o un tema. Altre volte invece inizio d’istinto, lascio che sia l’ago a parlare e lavorando la superficie il lavoro prende forma. 

L’intrecciarsi dei fili nella tessitura secondo un tipo di armatura prestabilito crea nuovi spazi, alcune trame di fondo scompaiono, altre nuove emergono. 

Girovago dentro un “mondo” arcaico, indefinito (volutamente), minimalista, a volte arido, sognante, siderale…, entro cui perdersi. 

Non effettuo studi preparatori, non faccio prove. Avanzo lentamente, valuto man mano il peso del mio intervento tessile sulla superficie, colore, posizione; stabilisco gli equilibri, il ritmo. I contrasti mi interessano. La direzionalità dell’opera può cambiare in corso di lavorazione: il lato basso dal quale sono partita può diventare il lato alto a fine lavoro. 

Tuttavia l’immagine non è statica, lo spettatore deve sentirsi libero di interpretare il senso del movimento a suo piacere.

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